domenica 4 dicembre 2011

SECONDA DOMENICA DI AVVENTO


Preparare l’avvento del Signore è il tema principale della seconda domenica. Isaia ci parla di un cammino che renda possibile l’arrivo del Salvatore. San Pietro dice che la venuta di Gesù significa prepararsi per cieli nuovi e terra nuova. San Marco vuole cominciare la sua testimonianza presentando il Vangelo di Gesù, o meglio il Vangelo che è Gesù. Tutto l’Avvento è posto sotto il segno di Gesù-Vangelo che è buona notizia offerta con una presenza invincibile e insostituibile. Le Scritture hanno valore perchè ci indicano Gesù e ci avviano a capirlo e a vivere con lui e per lui. Dobbiamo fargli posto, che abbia spazio. Il vangelo è Gesù che parla e salva. Nel nostro progetto di Avvento dobbiamo fare per forza un lavoro di svuotamento: abbiamo troppe cose che ci sembrano vangelo e non lo sono perchè l’amore di Gesù non compare. Troppe cose ci dominano e accettare Gesù come unico Vangelo ci risulta pesante e ci sembra impossibile e troppo esigente. Così mancherà la testimonianza che parla meglio. E molti fratelli e sorelle vedendoci, non trovano che il cammino che mostriamo porti a una salvezza e nemmeno che parli bene del vangelo. Con tutta la Chiesa abbiamo la missione di annunciare Gesù, facendo valere il suo vangelo, spiegandolo e giustificandolo con il nostro comportamento e la nostra testimonianza. Dopo il richiamo alla "vigilanza" della scorsa domenica, oggi la Liturgia ci parla di "annuncio"; ed è contenuto, nella splendida sintesi del versetto che apre tutto il racconto di Marco: "Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio". L'annuncio che Gesù di Nazareth è il Figlio di Dio, non è un avvenimento che appartiene a un passato più o meno remoto, si estende nel tempo, e noi appartenenti a Cristo, ne siamo in qualche modo i 'promotori'.

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