sabato 21 gennaio 2012

Terza domenica del tempo ordinario


Inizia con questa domenica la predicazione pubblica di Gesù. Marco è molto sintetico, ma anche efficace: il tempo dell’attesa e della speranza è arrivato al suo termine, ora la promessa si fa realtà, la bontà di Dio che tutto governa e guida è qui, è concreta presenza. Per questo bisogna convertirsi: riconoscere altri orizzonti, fare altre scelte, lasciarsi avvolgere dalla luce, alzare lo sguardo per scorgere altre mete, altri sensi e impegni di vita. Sulle strade comuni della vita e del lavoro passa Gesù: e il suo sguardo sa vedere persone e caratteri, quasi a condividere con affetto fatiche e onesto lavoro. Per il regno non sono adatti i perdigiorno, ma chi sa maneggiare reti e sa affrontare con la barca le insidie delle onde. Gente concreta, forse anche ruvida ma schietta: l’invito è a diventare pescatori di uomini, ad avere cioè per il regno e la salvezza la stessa accortezza e dedizione del pescare, ma a vantaggio diretto delle persone. Senza grilli per la testa facevano il loro mestiere, ma nel cuore avevano anche loro sogni e fremiti: in quel predicatore itinerante che parlava in modo così originale e diverso c’era una novità, qualcosa per cui valeva la pena giocarsi tutto. E lo hanno fatto, con decisione e libertà: misterioso fascino che stravolge una vita. Siamo capaci di decisioni così audaci e radicali quando Gesù ci chiama?

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