mercoledì 16 maggio 2012

"In letizia": prove tecniche di oratorio



"In letizia". 


Questo il titolo dello spettacolo proposto il 13 maggio 2012 dai ragazzi dell'oratorio di Santa Lucia nell'ambito delle manifestazioni in onore di san Filippo, quest'anno "in visita" nella nostra parrocchia. Un titolo e un augurio a vivere l'esperienza cristiana con gioia, come ci ha insegnato il nostro santo patrono.
Subito dopo la messa vespertina i giovani dell'oratorio hanno sistemato velocemente il "palcoscenico", poche sedie per gli interpreti/cantori e i musicisti. Una scenografia volutamente scarna a testimoniare che si può dire molto anche senza troppi orpelli. 
La rappresentazione è cominciata con il segno della croce ed un saluto alla statua di san Filippo, quasi a volerlo coinvolgere nell'evento a lui dedicato.Poi il coro ha intonato lo Iubilate Deo, canto a più voci che invita a lodare Dio e a servirlo in letizia.

Gianni e Marika nel ruolo di conduttori hanno presentato qualche nota storica sulla nascita dell'oratorio, fondato da san Filippo Neri nella chiesa di san Girolamo a Roma intorno al 1550, introducendo poi nel corso della serata le varie parti dello spettacolo.
A seguire la lettura di due brani scritti dal Santo, uno dedicato alla gioia, recitato da Erika e l'altro alla vanità, in questo la regista/attrice Angelina si è anche divertita a coinvolgere il pubblico nella ripetizione ricorrente del "ritornello" "tutto il resto è vanità". 
Il testo "Vanità di vanità" è stato portato in musica nel 1983 dal cantautore Angelo Branduardi per il film di Luigi Magni "State buoni se potete", interpretato da Johnny Dorelli; il brano ha concluso questo momento, ben interpretata dal coro e dai musicisti Gianni e Tommaso.
San Filippo Neri è stato un grande confessore, abituato a trattare i peccatori in maniera schietta, smascherando le loro ipocrisie e guidandoli ad una retta comprensione della dottrina cristiana. Numerosi gli aneddoti sulla vita del santo, alcuni portati in scena in maniere divertente dai ragazzi con un convincente Giuseppe nel ruolo del santo e Angelina in quello della pettegola, accompagnata da Giovanna, per l'occasione attrice "non parlante".

Nella prima scenetta "La pettegola", don Filippo ammonisce una donna dalla lingua lunga sulla pericolosità delle sue maldicenze, proponendole poi una strana penitenza: deve prendere una gallina morta e spennarla lungo la via; poi tornare indietro e recuperare le piume, portate ovunque dal vento.
Scenetta divertente, arricchita da un fuori programma, dovuto alla difficoltà di spennare la gallina in diretta.
Chiaro l'intento anche pedagogico di questa sorta di parabola, dimostrare che le parole dette in maniera avventata si spargono senza controllo e non è più possibile farle tornare indietro. 
Nella seconda scenetta Angelina è la moglie brontolona di Domenico, con cui è in lite continua. don Filippo le suggerisce di prendere dell'acqua e riempirsene la bocca prima di risponderesgarbatamente al marito. Un consiglio di pazienza che è sempre utile quando si è sul punto di dire cose di cui poi potremmo pentirci.
La terza scenetta narra la storia di una suora in odore di santità interpretata da Erika, che don Filippo va a trovare su ordine del Papa.

Il sacerdote si presenta con le scarpe sporche di fango e chiede alla suora di aiutarlo a toglierle. Lei, indispettita, lo manda via, rivelando la sua mancanza di umiltà, senza la quale non può esserci santità.
Chiude il momento la canzone "Preferisco il Paradiso", tratta dalla colonna sonora della miniserie omonima, interpretata da Gigi Proietti.
Seguono quattro racconti tratti dalla vita di san Filippo. 
Nel primo don Filippo si trova davanti ad una bambina morta e inizialmente prega per la sua salvezza, ma Dio gli rivela che la bimba è attesa in Paradiso. Il sacerdote consola la madre addolorata ricordandole che la figlia sia in Paradiso e lei debba essere orgogliosa di essere stata da "balia di Dio".
La seconda storia narra in un crocifisso che sanguina, ritenuto miracoloso dai romani. don Filippo va a vedere la croce, armato di nascosto di un'ascia.

Si inginocchia davanti al legno e lo colpisce con la lama, ripetendo "come Cristo ti adoro, come legna ti spacco", rivelando l'ingegnoso trucco che permetteva il falso sanguinamento.
Il terzo è il miracolo del principe Paolo, morto e riportato in vita per qualche istante dal Santo, il tempo sufficinte per ricevere l'assoluzione dai suoi peccati e poter tornare tra le braccia di Dio. "Adesso vai in pace" gli ripete don Filippo dandogli l'assoluzione.
Il quarto racconto mostra i dubbi di una santa suora, talmente umile da considerarsi l'ultima delle peccatrici e quindi non degna di salvarsi. Grazie all'aiuto di don Filippo capirà che Gesù è morto per tutti, soprattutto per i peccatori e quindi anche per la sua salvezza.
La lettura di una serie di detti del Santo, letti da tutti i ragazzi alternandosi al microfono e di una preghiera a san Filippo composta dal cardinale J. E. Newman, per l'occasione affidata alle voci delle cresimande Arianna e Annamaria, concludono quest'ultima sezione.
Segue il medley finale in cui coro e musicisti riprendono i brani cantati nel corso dello spettacolo e la presentazione di tutti i cantori/attori: 
Gianni (nel duplice ruolo di conduttore e tastierista), Marika (conduttrice), Erica (la suora), Giuseppe (san Filippo), Domenico (il marito esasperato), Ezia, Annamaria, Arianna, Marina, Tommaso (chitarra e armonica), Antonella, Angelina (regia e recitazione) e Giovanna (recitazione... muta).
Una bella prova d'esordio per il gruppo dei ragazzi dell'Oratorio.  In verità il gruppo è in maggior parte composto da donne, ma l'uso in questi casi è di indicare il genere maschile per tutti; spero le ragazze mi perdoneranno per averle sempre indicate al maschile!
Il parroco don Giuseppe Di Corrado ha molto apprezzato l'esibizione, rivelando di aver atteso a lungo un simile evento, segno della vitalità dell'oratorio e primi frutti di un cammino iniziato senza grossi clamori da Giovanna e le altre responsabili dell'oratorio.
Dopo il suo saluto ha chiesto la parola anche il signor Fasano (Cavalieri di Malta) che ha lodato i ragazzi dell'oratorio per la bella esibizione, invitandoli a perseverare su questa strada, creando magari un coro parrocchiale o una compagnia teatrale in grado di proporsi anche su altri palcoscenici.
Un augurio che faccio anche mio, ringraziando tutti coloro che testardamente hanno voluto far nascere l'oratorio nella nostra parrocchia, nonostante le difficoltà e le perplessità di tanti di noi. Un grazie anche alle ragazze e ai ragazzi per la splendida esibizione e per il loro impegno in questa avventura in cui hanno scoperto talenti che forse neanche loro sapevano di avere.
Gianni Capotorto 

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