domenica 18 dicembre 2011

QUARTA DOMENICA DI AVVENTO


La conversione consiste nel passare dalla volontà di attuare per Dio al consenso per la sua opera in noi. Come Davide abbiamo alle volte idee sacre grandiose. Era normale che volesse costruire un Tempio più degno di una tenda. Ma Dio vuole un’altra dimora. L’invito al discernimento lo riceviamo oggi da Maria: lasciare che Dio ci ingrandisca per dare spazio e territorio alle sue meraviglie. Maria accetta che Gesù nasca in lei e allo stesso tempo da la propria disponibilità alla Grazia affinchè la propria vita diventi territorio aperto alle meraviglie di Dio. Ha capito molto bene quali siano queste opere stupende: liberazione dalla schiavitù e che i poveri siano riscattati. Maria dice di sì a tutto il progetto di Dio: che Gesù nasca nella nostra storia e che nasca in ognuno di noi. Per questo continuiamo a celebrare la nascita di Gesù sognando che prenda corpo in noi l’uomo nuovo, creato per volontà di Dio nella giustizia e nella santità (Ef 4,24). L’uomo nuovo è giusto in quanto si aggiusta alla volontà di Dio.
Con Gesù comincia una alleanza nuova. Prima l’alleanza era una relazione tra Dio e il suo popolo. Con Gesù l’alleanza si chiama incarnazione, si chiama scambio di presenze. Gesù diventa noi perchè noi possiamo diventare Lui. Gesù nasce e vive nella nostra umanità di modo che noi arriviamo a nascere e a vivere nella sua divinità. Allora in che cosa cambia la nostra vita? Uno spirito nuovo mi animerà e attiverà: la sua forza comincia a vivere nella mia debolezza, il suo amore nella mia indifferenza, il suo spirito nella mia incomprensione, la sua fedeltà nella mia incostanza, la sua verità nella mia ignoranza. Se accettiamo che Gesù trovi posto nella nostra vita, Dio stesso starà con noi e questa presenza divina in noi farà opere grandi come ha detto Maria.

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